Yeshùa. Il prima e il dopo by Ottorino Gurgo

Yeshùa. Il prima e il dopo by Ottorino Gurgo

autore:Ottorino Gurgo [Gurgo, Ottorino]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788897770626
editore: Leucotea
pubblicato: 2016-01-27T23:00:00+00:00


XX

Ma il mio passato è passato, forse più passato degli altri passati, e sprofonda nella notte.

(Jean d’Ormesson)

È questa la storia della quale sono stato (insieme con il Nazareno, ovviamente) il principale protagonista; la storia di quello che, nella mia mente, ho classificato come il “caso Yeshùa”. Sono perfettamente consapevole che il mio ruolo fu determinante nella decisione di mettere a morte Yeshùa. Se mi fossi opposto alla sua condanna, il Sinedrio non avrebbe certamente osato contraddirmi e la questione non sarebbe mai stata posta all’at-tenzione di Ponzio Pilato.

Non solo, ma quando questi sembrava determinato a fargli salva la vita, ero stato io - con la minaccia di inviare una delegazione a Tiberio - a trovare la strada per indurlo a cedere alle richieste del Sinedrio.

Devo confessare che il ricordo di quella vicenda non mi ha più abbandonato e popola ormai quasi quotidianamente i miei sogni e i miei pensieri.

Continuo a domandarmi: perché dissi sì alla condanna a morte di Yeshùa? Sbagliai o fui nel giusto?

Prima di rispondere a questi interrogativi, che ne implicano molti altri, vorrei chiarire che io non sono nelle condizioni di Giuda l’iscariota che, pentito per il tradimento ch’era costato la vita al suo Rabbi (anche se, forse, la sua partecipazione alla cattura e alla messa a morte del Nazareno non fu totalmente indispensabile) andò a impiccarsi nel campo del vasaio.

Quella dell’iscariota fu, se lo fu, una reazione emotiva, irrazionale, frutto di un banale sentimentalismo. In me, invece, tutto è sempre stato razionale, logico, calcolato.

Dissi sì alla condanna a morte di Yeshùa per una ragione soprattutto: perché mi convinsi ch’egli si proponeva di distruggere alla radice il nostro sistema di potere. Tutto il resto - devo ammetterlo - mi interessava assai meno. Dirò di più: se avessi pensato di avere a che fare con un riformatore avrei potuto trovare con lui un punto d’intesa. Anzi, sarei stato io il primo a cercarlo perché non posso negare ch’egli era dotato di un grande carisma e di una straordinaria intelligenza. Avremmo potuto intenderci, come sono convinto che ci si possa sempre intendere tra persone intelligenti.

Ma Yeshùa non mi era apparso un riformatore, ma un rivoluzionario. Per questo la sua intelligenza e il suo carisma lo rendevano, ai miei occhi, pericoloso quanto altri mai.

Lo ripeto: la molla che mi spinse a far sì che il Nazareno venisse messo a morte fu soprattutto la difesa del potere che noi sadducei detenevamo, che la mia famiglia esercitava da tanto tempo e che io stesso racchiudevo saldamente nelle mie mani. Per conservare questo potere era necessario mantenere elevato il livello della nostra ricchezza. Il nostro potere, la nostra ricchezza, sono il frutto di una storia tormentata e difficile.

Era proprio la nostra storia, la nostra visione del mondo, che il Nazareno contestava alla radice. Mi sembrò che questo e non altro egli volesse dire quando prospettava la distruzione e la riedificazione del Tempio, simbolo del sistema che negli anni abbiamo costruito.

Non era stato lui a raccontare la storia di quel medicante ricoperto di piaghe,



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